”Mahmoud Bassem Al-MasriLa Dichiarazione Balfour (1917)Il 2 novembre 1917, il governo britannico emanò una dichiarazione nota come la Dichiarazione Balfour. In questa dichiarazione, la Gran Bretagna si impegnava a sostenere la creazione di “un focolare nazionale per il popolo ebraico” in Palestina. Questa promessa avvenne nel contesto della Prima Guerra Mondiale, nel tentativo britannico di ottenere il sostegno degli ebrei nella guerra, in particolare negli Stati Uniti e in Russia.La dichiarazione fu rilasciata senza consultare i residenti originari della Palestina, in maggioranza arabi. Ciò suscitò preoccupazioni tra gli arabi palestinesi, i quali ritenevano che la Gran Bretagna stesse promettendo la loro terra ad altri.Il Mandato britannico sulla Palestina (1920-1948)Dopo la fine della Prima Guerra Mondiale e il crollo dell’Impero Ottomano, i territori ottomani furono divisi tra gli Alleati vincitori. La Palestina fu posta sotto il Mandato britannico, approvato dalla Società delle Nazioni nel 1922.Durante il periodo del Mandato, la Palestina vide un aumento dell’immigrazione ebraica, incoraggiata dal movimento sionista e sostenuta dalla Gran Bretagna, portando a un incremento delle tensioni tra ebrei e arabi. Queste ondate migratorie furono accompagnate da episodi di violenza e tensioni settarie, incluse la rivolta del 1929 e quella del 1936-1939, caratterizzate da uno sciopero generale e una ribellione civile da parte dei palestinesi.La Seconda Guerra Mondiale e il Dopoguerra (1939-1947)Durante la Seconda Guerra Mondiale, le tensioni in Palestina aumentarono a causa dell’immigrazione ebraica illegale e delle attività militari ebraiche contro le forze britanniche. Allo stesso tempo, i palestinesi furono soggetti a una vasta repressione britannica, aumentando la frustrazione per il fallimento nel raggiungere le loro aspirazioni nazionali.Dopo la guerra, la Gran Bretagna, esausta economicamente e incapace di controllare le crescenti tensioni in Palestina, decise di trasferire la questione alle Nazioni Unite.Risoluzione di Partizione (1947)Il 29 novembre 1947, le Nazioni Unite emisero una risoluzione per dividere la Palestina in due stati: uno stato ebraico che copriva il 55% del territorio e uno stato arabo che copriva il 45%, con Gerusalemme posta sotto amministrazione internazionale speciale. Sebbene gli ebrei costituissero circa un terzo della popolazione e possedessero una piccola percentuale delle terre, la risoluzione assegnava allo stato ebraico più della metà della Palestina.Gli arabi palestinesi e i paesi arabi vicini respinsero la risoluzione, considerandola ingiusta e illegittima, mentre i leader sionisti l’accettarono. Seguirono scontri violenti tra ebrei e arabi in Palestina.La Nakba (1948)Il 14 maggio 1948, i leader ebraici in Palestina dichiararono la nascita dello Stato di Israele. Il giorno successivo, gli eserciti arabi di Egitto, Giordania, Siria, Libano e Iraq entrarono in Palestina nel tentativo di impedire la creazione dello stato ebraico e difendere i palestinesi.La guerra si concluse con la sconfitta degli eserciti arabi e furono firmati armistizi nel 1949. A seguito di questa guerra, più di 700.000 palestinesi furono costretti a lasciare le loro case e villaggi, con le loro terre e proprietà occupate da Israele. Questo esodo di massa è conosciuto come Nakba (catastrofe), poiché i palestinesi non poterono tornare alle loro case, ora sotto controllo israeliano.Il Periodo Post-Nakba e le Guerre Arabo-Israeliane (1948-1973)Dopo la Nakba, il conflitto tra i paesi arabi e Israele continuò: • Guerra del 1956 (Crisi di Suez): Israele, in collaborazione con Gran Bretagna e Francia, lanciò un attacco contro l’Egitto dopo la nazionalizzazione del Canale di Suez. La crisi si concluse con il ritiro delle forze israeliane sotto pressione internazionale. • Guerra del 1967 (la Naksa): Il 5 giugno 1967, Israele lanciò un attacco preventivo contro Egitto, Siria e Giordania, occupando in sei giorni la Cisgiordania, la Striscia di Gaza, il Sinai e le Alture del Golan. Questa guerra segnò un punto di svolta poiché la superficie occupata da Israele aumentò notevolmente. • Guerra del 1973 (Guerra del Kippur): Egitto e Siria lanciarono un attacco a sorpresa contro Israele nel tentativo di riconquistare i territori occupati. Sebbene ottenessero successi iniziali, Israele riprese l’iniziativa, ma la guerra aprì la strada al processo di pace tra Egitto e Israele.Il Conflitto Palestinese-Israeliano (dagli anni ’70 a oggi) • OLP: Fondata nel 1964, guidò la lotta armata contro l’occupazione e fu riconosciuta dall’ONU come rappresentante legittimo dei palestinesi nel 1974. • Prima Intifada (1987-1993): Rivolta contro l’occupazione israeliana che portò al processo di pace. • Accordi di Oslo (1993): Un passo verso l’autonomia palestinese in Cisgiordania e Gaza. • Seconda Intifada (2000-2005): Scoppiò dopo la visita di Ariel Sharon al Monte del Tempio e fu più sanguinosa della prima. • Blocco di Gaza (2007-oggi): Israele impose un blocco dopo la vittoria di Hamas nelle elezioni.Situazione Attuale (2023-2024) • Espansione degli Insediamenti: Continuano in violazione del diritto internazionale. • Gerusalemme: Rimane al centro del conflitto, con frequenti tensioni religiose. • Relazioni Regionali: Gli Accordi di Abramo hanno normalizzato i rapporti tra Israele e alcuni paesi arabi, considerati dai palestinesi un tradimento. • Resistenza Palestinese: Continua in varie forme, dalla lotta armata alla diplomazia.ConclusioneIl conflitto israelo-palestinese rimane tra i più complessi della storia moderna, intrecciando questioni di religione, storia e politica.